A Cetara, fin dai tempi antichi, si è praticata la pesca delle alici che rappresentavano un alimento di largo consumo e il nutrimento principale delle popolazioni costiere. Questa pesca veniva praticata con un tipo di rete chiamata menaide. Era una rete disposta a corrente lunga dai 300 ai 400 metri, alta dai 12 ai 15 metri, formata da un solo telo a maglie tutte uguali. Queste maglie permettevano alle alici piccole di passare, mentre quelle grosse rimanevano impigliate. Le alici rimaste impigliate nelle maglie venivano recuperate a mano una per una. La campagna di pesca si effettuava da maggio a settembre; il pescato veniva interamente salato e conservato in barili.
La rete del tipo della menaide a partire dagli anni ’20 viene sostituita dalla lampara. La lampara è una rete ad imbuto del tipo a circuizione. Distesa verticalmente e tenuta in superficie da sugheri raggiunge quasi il fondo. Questa rete viene calata dall’imbarcazione principale, mentre un altro battello con una sorgente luminosa attira il branco di pesci che viene circuito. Al momento opportuno la sorgente luminosa viene spenta e la rete salpata. Questo tipo di rete, impegnativo e complesso nell’allestimento, richiedeva cospicui impegni finanziari e disponibilità di personale più numeroso ed esperto. Rappresentò un notevole progresso tecnologico per la pesca delle alici. Il termine lampara col tempo si estese anche alla barca. All’inizio la fonte luminosa della lampara veniva alimentata dal carburo, successivamente col petrolio, poi con accumulatori elettrici ed infine gruppi elettrogeni.