Il riso nella cucina giapponese
Il riso è l’elemento principale del pasto nella cucina giapponese. Il Giappone è uno dei paesi asiatici consumatori di riso. L’80% del riso mondiale appartiene alla sottospecie. Indica, i cui chicchi rimangono separati dopo la cottura. Il riso giapponese, invece, è della sottospecie Japonica, che si caratterizza per la collosità. Dopo la cottura, questa varietà di riso possiede lucentezza, dolcezza e un sapore molto gradevole. Il riso bianco, privato della sua crusca, è composto all’80% da amido, per questo è molto digeribile e rappresenta gran parte della fonte energetica dei giapponesi. Essendo alla base dell’alimentazione giapponese, in epoche passate il riso era usato anche come valuta di scambio. Il riso è talmente amato che si dice che in ogni chicco alberghi una divinità. Per bollire il riso bisogna prestare attenzione a diversi fattori: il tempo di spugnatura in acqua, la quantità di acqua e la regolazione del fuoco. Tuttavia, oggi grazie ai bollitori automatici, cuocere il riso è diventata un’operazione estremamente semplice. Il riso andrebbe consumato appena bollito, ma la varietà Japonica ha il pregio di essere buona anche quando si raffredda: gli onigiri, una sorta di polpettine di riso freddo, sono molto popolari come pranzo al sacco.
La cultura del riso offre un’infinita varietà di applicazioni: infatti, questo cereale si può insaporire con pesce o verdure, condito con l’aceto diventa la base per il sushi e si usa anche per la preparazione del sake o di dolci. I mochi si preparano bollendo e pestando il mochigome (una varietà di riso ancora più viscoso) e possono essere conservati a
lungo in panetti rotondi o quadrati.
Tradizionalmente, i mochi sono considerati “magici”, infatti a Capodanno vengono offerti alle divinità e in alcune
regioni si utilizzano per la preparazione di zuppe. I mochi costituiscono anche la base di molti dolci giapponesi.